Amo scrivere, in modo totalmente anarchico, senza pressioni e senza scadenze.
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-Ti va di raccontarci qualcosa di te?

Sono  psicoterapeuta e consulente aziendale, ma fin da quando avevo 18 anni mi sono dedicata all’attivismo politico per lottare contro tutte le discriminazioni.

-Discriminazione, un tema decisamente e tristemente attuale ma credo che il problema vada peggiorando. È solo una mia impressione o è realmente così?

È un’impressione corretta. Gli studi di psicologia sociale dimostrano come il pensiero filosofico occidentale sia basato su diadi contrapposte (bene/male, forte/debole ecc.). in questa visione la principale dicotomia è tra divino e animale, considerando il primo come ideale a cui tendere. Secondo la visione classica più vicino al divino c’è l’uomo, inteso proprio come maschio, bianco e “cittadino della polis”.  Più vicini agli animali erano collocati i barbari, in posizione intermedia le donne e gli schiavi. Questo schema mentale spiega bene come, se l’uomo si sente minacciato ad esempio da una perdurante crisi economica e dalla diffusa precarizzazione, aumenta il suo rifiuto nei confronti delle altre categorie e si tramuta in vera e propria persecuzione. Ecco il razzismo, l’esecrazione sociale verso i poveri, la misoginia diretta soprattutto nei confronti delle donne che affermano la propria autonomia, soprattutto decisionale. Da qui il femminicidio, compiuto da mariti, compagni e fidanzati che non accettano il rifiuto delle proprie compagne.

-Donne e violenza, il femminicidio e’ ormai all’ordine del giorno. Ma è vero che la maggior parte delle denunce da parte delle donne cadono nel vuoto?

Le donne che subiscono violenza maschile devono affrontare un vero calvario; la prima cosa che accade e che vengono sottoposte ad un giudizio che tende a cercare nel loro comportamento, nel loro atteggiamento, nel loro aspetto la causa (cioè la colpa) della violenza maschile. Ciò è potenziato dai mass media, che regolarmente parlano di raptus, di eccesso di gelosia, di troppo amore insomma. Del resto la nostra cultura è tristemente impregnata della narrazione cattolica che fonda tutto su un peccato originario commesso da una donna disobbediente, maliziosa e ambiziosa che ha traviato un uomo ingenuo e innocente.

-Cosa si può fare attivamente per arginare il più possibile la discriminazione delle donne nella nostra società?

Bisogna sempre partire da sé, comprendere come il maschilismo sia così pervasivo che nessuna e nessuno di noi ne può essere esente. È sessismo attaccare una donna per il suo aspetto fisico, ma siamo sessiste (sì, anche noi donne) allo stesso modo quando commentiamo sui social la foto di un’amica con i vari “bellissima” “che gnocca”; quando diciamo che le donne hanno una marcia in più degli uomini; quando dividiamo il mondo rigidamente in due, attribuendo al maschile e al femminile caratteristiche opposte, anche quando esse siano positive: donne più sensibili e comprensive, uomini più forti e coraggiosi, e così via. Le persone sono molto più complesse di un mondo in bianco e nero, anche se questo può essere più rassicurante e facile da comprendere.

Ringraziando Judith per aver così esaustivamente risposto alle mie domande, vi regalo un piccolo estratto inedito dal suo futuro libro:

Eternità

Succede tutto nello stesso istante. È una giornata calda, tutto è lento, ogni attimo si sospende nell’aria ferma, prima di compiersi.

Il venditore di fiori ha un breve sussulto quando tutti i petali di tutti i fiori si staccano e si spandono in aria, con una danza leggera. Dalla bancarella di fronte i libri usati si sono alzati in volo, le pagine si sono staccate mollemente, poi le parole hanno lasciato la carta e si sono divise in ogni singola lettera, iniziando a volteggiare. 

Nello stesso istante lei è caduta in terra e ha cominciato a mutare. Il corpo si è fatto lunghissimo, si inarca e striscia. È un po’ serpente, un po’ sirena, un po’ carapace. È un’agonia ma anche un orgasmo. Ha bisogno di respirare, ma quell’aria così calda e immota sembra non arrivare mai ai polmoni. 

Insieme ai petali e alle lettere il corpo si muove a onde. Lei le sente, le vede anche, guardando giù il corpo lunghissimo che si snoda, e prova orrore per quel corpo ignoto, eppure l’orrore è anche fascinazione. Le lettere e i petali si sovrappongono, sembrano comporre delle squame multicolori sul lungo tubo che è diventata. Sa di non avere più gambe e piedi, è un tutto unico che oscilla e ondeggia e quel movimento le ricorda il parto o un sensuale accoppiamento. 

Sente l’impulso di vomitare e ne ha paura, pensa che se lo facesse vomiterebbe se stessa e poi cosa resterebbe della sua coscienza? Chi sarebbe diventata, o cosa? Ma è impossibile opporsi.  Qualcosa inizia a salirle da dentro, proprio dal fondo più oscuro e ignoto di lei, ed ecco che è in bocca, con un sapore dolce ma spiacevole, e poi con forza è fuori, sul selciato, davanti a lei, e mentre esce anche l’ultimo respiro – ormai sa che è l’ultimo e si accorge di averlo saputo fin dall’inizio –  lo vede, è un filamento gommoso, iridescente, cangiante. Non ha nessuna idea di cosa sia, se sia vivente o no. Ma con l’ultimo sguardo si accorge che è la cosa più bella che abbia mai vista. Una bellezza assoluta, perfetta, mistica, è verità e sacralità. 

Quell’unico istante è permeato di eternità. Eppure finisce, e lei pure. 

I petali ricadono sulle corolle e queste sugli steli. Le lettere tornano parole e pagine e libri. I venditori e i passanti hanno sentito solo un breve sussulto, che confondono con quel brivido improvviso che si prova, a volte, quando il caldo è insopportabile. 

Resta, a terra, una traccia leggera di colori cangianti, troppo lievi per essere notati. I passanti passano, i venditori vendono, l’eternità e la vera bellezza sono andate perdute.

Categories: Vita e Storie
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