Intervista a Cristina Inganni dell’azienda vitivinicola Cantrina.
Ci tengo ad aprire questa intervista dicendo che i vini di questa azienda sono per me pura poesia, e che li amo molto.
Li amo anche perché questo è il mio territorio, la terra che vivo e che percorro.
Qui gli orizzonti più belli ed i tramonti più romantici.
E ci tengo anche a dire che mi piace Cristina perché è bellezza, creatività e coraggio e mi trasmette sempre un grande senso di appartenenza a questa terra.
Grazie Cri!
Ti va di raccontarci come e quando è nata Cantrina?
Dobbiamo fare un salto indietro. Ho compiuto studi artistici, a 24 anni ho conseguito il diploma di scenografo all’Accademia di Belle Arti (Brera a Milano ) dopodiché sono partita per l’Inghilterra per imparare l’inglese.
Dopo circa un anno sono rientrata in Italia ed ho cominciato il mio lavoro come decoratrice d’interni, saltuariamente ho anche viaggiato . Mi sono sposata nel 1997 con Dario Dattoli, che è stato il fondatore dell’azienda Cantrina. Nel 1998, dopo un tragico incidente in vigna, sono rimasta vedova ed ho ereditato l’azienda. Lascio il lavoro di decoratrice e comincio il percorso di produttrice di vini.
Uno strano destino mi ha portata ad abbracciare il mondo del vino, all’inizio ero spinta da una grossa carica affettiva e solo successivamente questo lavoro è diventato una mia passione. Non è stato facile, ma la grande volontà e determinazione mi hanno aiutata a superare grossi ostacoli. In questo percorso non sono stata sola, ho incontrato un operatore del settore (agronomo) Diego Lavo , che mi ha insegnato tutto sul mondo vitivinicolo, come si pota una vigna, le malattie delle piante, vinificazione.
Diego è anche diventato il mio secondo marito ed è lui il vero winemaker, ci siamo separati ma siamo ottimi soci nel condurre questa passione per il vino. Abbiamo anche due figli, Lorenzo e Tommaso.
All’inizio mi sono dedicata un pò a tutto mentre oggi i compiti sono stati suddivisi ed io mi occupo soprattutto della commercializzazione e della comunicazione, saltuariamente mi occupo ancora della cantina. In vendemmia ovviamente sono operativa anche nella gestione del vigneto. Durante la fase di “apprendimento” non ho saltato un solo gradino di tutta la filiera che porta alla produzione di un vino.
Brevissima storia sul borgo:
Cantrina è un piccolissimo e antico borgo rurale situato nell’area della Valtenèsi, sulle ultime colline del lago di Garda che digradano sul fiume Chiese, uno dei toponimi più antichi di questa frazione, “Cantus rhine”, significa appunto angolo vicino al fiume.
L’azienda agricola è stata fondata all’inizio degli anni ‘90, ma solo dai primi anni 2000 riesce a definire una propria linea produttiva proponendo i primi vini. E’una piccola azienda a conduzione strettamente famigliare.
Tu sei un’artista e, quando lo si è, traspare in qualsiasi lavoro una persona faccia. In che modo hai unito questa tua predisposizione alla produzione di vino?
Provenendo dal mondo artistico è stato facile trovare affinità con il mondo del vino.
La mia volontà è quella di unire la massima espressione del territorio, inteso come interazione tra vitigno, suolo e uomo, con la mia creatività .
I miei vini possiedono, pertanto, una spiccata personalità e particolarità, spesso uniche nell’esaltazione delle caratteristiche dei vari vitigni coltivati.
Mi piace interpretare il nostro lavoro come un “ libero esercizio di stile” scevro da preconcetti e condizionamenti di sorta, incluso il disciplinare doc.
Questo concetto potrebbe apparire un po’ troppo alternativo ma, provenendo da un passato artistico, non sono riuscita a far altro che trasmettere la mia vena artistica e creativa ai vini.
Forse non ricorderai, ma quasi due anni fa ti menzionai in un post di Instagram dove appariva la foto di una bottiglia di sole di Dario. Era la prima volta che lo assaggiavo e rimasi incantata! A parte la battutaccia che feci sul nome, di cui forse non ti ricorderai ma io mi vergogno ancora adesso.
Ti va di raccontarci qualcosa di più su questo passito straordinario?
Il nostro Passito nasce dall’accurata scelta dei grappoli di Sauvignon, Semillon e Riesling destinati all’appassimento, avviene in modo naturale in piccole casse di legno. Dopo circa 70/90 giorni i piccoli acini svuotati dall’acqua ma concentrati nello zucchero del frutto vengono pressati per dare vita ad un nobile mosto che affinato 2 anni in botte di rovere si trasforma in un nettare dorato , intenso e ricco di sensazioni mielose e fruttate.
L’equilibrio, l’armonia assoluta di questo vino nasce dall’incontro di queste note intensamente dolci con l’acidità .
Questo per me non è semplicemente un vino, è il miracolo che si ripete, è il vino nel quale riusciamo meglio esprimere la sensazione del sole, della luce, del sentimento.
È il vino che ci lega a Dario, nella retro etichetta la dedica :
“Frutto del desiderio di un uomo e a lui dedicato”.
Seguo da un pezzo le tue storie su Instagram e, ho notato con piacere, che in questo periodo stai pubblicizzando molte realtà della Valtenesi, ovviamente economicamente colpite dallo stop causato dal Covid 19.Secondo te quale sarà il miglior modo per ripartire?
Mettersi in una condizione di assoluta positività e creatività, nessuna falsa aspettativa di guadagni immediati per recuperare il tempo perduto. Ci vorrà tanta umiltà e costanza, di fronte alle difficoltà nutrire la forte speranza che tutto volgerà al meglio.
Spero in una sincera cooperazione tra colleghi, l’unione d’ intenti porta beneficio a tutto il territorio e alle persone che lo vivono.
Lo Stato dovrà aiutarci, sostenendoci soprattutto in questa fase di ripartenza.
Qui trovate il sito dell’azienda CANTRINA.
Vi invito a scoprire quanto prima i loro meravigliosi vini.
E ancora grazie!
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