Non ricordo nemmeno se ci fosse il sole.
O se piovesse.
Avevo però tinto i capelli da poco.
Tanto per cambiare li avevo fatti rossi.
Ormai o erano neri o erano rossi.
Monotonia.
Mi sono svegliata molto presto, come al solito.
Non mi sono accorta che sul cuscino erano rimaste delle grosse ciocche di capelli finché non ho alzato la tapparella.
Eppure sentivo che qualcosa non andava.
Mi sono guardata nello specchio del bagno e mi sono vista diversa.
Poi, ho fatto il gesto di legarmi i capelli.
E li ho capito.
Perdere i capelli è un po’ perdere la forza.
Per una donna è un po’ una tragedia.
Da quando li ho persi mi sforzo di vedermi bella ma non riesco.
È come se mi mancasse sempre qualcosa, vivo in un limbo di incertezza.
No.
Non ho fatto le chemio.
So che molti lo hanno pensato.
La perdita dei miei capelli è legata al male dell’anima.
Meglio?
Peggio?
Non lo so.
Si sta tanto male anche con il cancro che non colpisce il corpo, benché io non l’abbia provato.
O forse il dolore è lo stesso?
Anima e corpo sono legati tra loro in modo imprescindibile.
Cammino ogni giorno come se mi mancasse una parte di me.
Come se l’avessi persa insieme ai miei capelli.
Eppure continuo ad alzarmi e cerco di guarire un po’ ogni giorno.
Ho conosciuto il mio Marco quando avevo già perso i capelli.
Lui non lo sapeva, forse sospettava, ma non chiedeva niente.
Avevo paura che lui scappasse.
Dopotutto come puoi innamorarti di una donna senza capelli?
Poi, finalmente, ho preso coraggio e ho confessato.
“Perché porti sempre quelle fasce in testa?”
“Perché non ho più i capelli”
“Cosa vuol dire non hai più i capelli?”
“Che li ho persi. Ora non mi vorrai più, lo so. Scapperai, anche tu”
“Io sono innamorato di te, di quello che sei. Non dei tuoi capelli. Io resto qui”.
Ho perso i capelli.
Forse ho perso una parte di me che non ritroverò più.
Però ho incontrato qualcosa di più grande.
Questo è sicuro.
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